Prima pagina per:
STEFANO GACCIONE

18-09-2024 09:58 - INTERVISTE “Prima Pagina Per”

C5 TIME per la rubrica "PRIMA PAGINA PER". In questa 69ª uscita abbiamo il piacere di intervistare STEFANO GACCIONE Mister che ha accumulato una significativa esperienza su numerose panchine in tutto il territorio italiano.

Gaccione Stefano, classe 1975, nativo di Acri in provincia di Cosenza, è a tutti gli effetti, un allenatore di calcio a 5 e, tutto ciò è stato possibile dopo lo svolgimento dell'intero corso tra parte teorica e pratica agli ordini del C.T. della Nazionale Italiana di Futsal Roberto Menichelli oltretutto nel suo bagaglio sportivo colleziona una miriade di partecipazioni ai vari clinic vedi: Musti-Bellarte, Gargelli-Ceppi, Colini, Bellarte, Bellarte-Colini, Giustozzi, International for Futsal Coaches, Giustozzi- Musti. In casa Gaccione si è cresciuti senza dubbio a pane e pallone visto anche la buona carriera nel calcio a 11 del fratello Angelo, classe 1970, che ha disputato vari campionati tra C2 e D con le maglie del Gela, Vigor Lamezia, Gallipoli e Rossanese oltre al settore giovanile con il Catanzaro. Stefano, invece, è cresciuto calcisticamente nell'Acri ma poi l'attenzione si è destata dal calcio a 11 al calcio a 5 con le varie esperienze da giocatore in molte squadre Calabresi. Non tarda ad arrivare la prima esperienza da allenatore, tutte stagioni che racchiudono in se indimenticabili esperienze.
Dopo una breve pausa, arriva la chiamata del Catanzaro Calcio a 5 di Stefano Gallo, società di Serie A2, società che ha puntato su vari tecnici locali per rilanciare il settore giovanile e gettare le basi per un futuro roseo e di prospettiva per molti giovani del luogo. Stefano prende le redini come Allenatore del settore Giovanile (Under 21 – Under 18 – Allievi). Allenatore patentato dal 2008, ed è da qui che inizia la sua avventura nei campionati Veneti. Il battesimo arriva nel campionato Veronese sarà alla guida del Garda Calcio 5 in serie D, per poi passare nel Vicentino sulle panchine dell'Isola5 in Serie C2 Girone A e in Serie C1 guiderà lo United Futsal Rossano. Per poi tornare nella nostra Regione guidando il Cus Verona e il Borgo Futsal entrambe in Serie C2 passando dal campionato lombardo allenando il Polpenazze in Serie C2 per poi passare al Padova C5 in Serie B

Benvenuto Stefano, sei il "nomade delle panchine", avendo viaggiato in lungo e in largo per il nostro stivale. Hai acquisito e condiviso esperienze ovunque, ma soprattutto hai divulgato nelle diverse società l'importanza di investire nei giovani. Qual è la tua percezione riguardo allo stato del futsal in Italia? E, in particolare, come vedi la situazione nel nostro Veneto?
Gaccione Stefano > Ciao Cecchi, innanzitutto ti ringrazio per le tue belle parole; per me hanno un grande valore. Riguardo ai giovani, credo che le società debbano riconoscere che rappresentano il futuro e investire su di loro, mostrando soprattutto molta pazienza nell'attendere il loro sviluppo a livelli calcistici elevati.
Il livello del futsal è notevolmente cresciuto, così come la passione per questo sport. Tuttavia, la sua diffusione è disomogenea: in alcune regioni è molto concentrata, mentre in altre è meno presente, principalmente a causa della mancanza di strutture adeguate, che porta a investimenti inferiori.
Nel centro Italia, il livello è particolarmente alto e c'è un'attenzione significativa verso il futsal. La recente riforma ha avuto un impatto notevole sulla Serie B, dove il livello è diminuito, mentre nei campionati regionali è aumentato.
Affrontare un campionato di Serie C1, C2 o anche quello cadetto di Serie D è stimolante, poiché si incontrano colleghi preparati e giocatori che hanno calcato palcoscenici importanti. Pertanto, posso affermare che il futsal in Veneto riveste un'importanza significativa.

Sappiamo bene che il Mister, all'interno di una società, si trova spesso tra l'incudine e il martello: da un lato, la dirigenza che richiede risultati, dall'altro, i giocatori che chiedono minutaggio. Mister Stefano Gaccione, come riesce a destreggiarsi e a riconoscersi in questo contesto sportivo?
Gaccione Stefano > Ritengo che la richiesta delle società, quando investono capitali, sia legittima. Chi decide di sposare un progetto ha la responsabilità di lavorare per raggiungere gli obiettivi prefissati. D'altro canto, i giocatori desiderano essere parte integrante di questo progetto. È fondamentale che ci sia una condivisione di intenti, affinché né le società né i giocatori prevalgano l'uno sull'altro. In questo contesto, è gratificante per un allenatore affrontare tali dinamiche; avere a che fare con queste sfide aumenta l'adrenalina e la passione per il proprio lavoro.

Sei un mister che si è sempre adattato alla rosa fornita dalla società, senza mai avanzare pretese, ma lavorando con il materiale a disposizione e attingendo soprattutto dal settore giovanile. Quali sono, secondo te, i pro e i contro per un Mister nell'avere giocatori esperti rispetto a una rosa composta principalmente da giovani?
Gaccione Stefano > In risposta a questa domanda, ritengo che i principali rischi siano legati alla mancanza di pazienza da parte delle società nel completare il percorso iniziale. Spesso partono senza aspettative elevate, ma quando iniziano a vedere risultati, tendono ad alzare le loro pretese. Questo può portare a compromettere il progetto, poiché ai primi risultati negativi si tende a incolpare la gestione della squadra, allontanandosi così dall'impegno iniziale di puntare sui giovani. In considerazione di questo rischio, che è molto radicato nelle società, evito di chiedere l'integrazione di giocatori che già conosco. Al contrario, mi impegno a valorizzare coloro che, nel corso degli anni, hanno avuto poche opportunità. È fondamentale far comprendere all'ambiente l'importanza di dare fiducia ai giocatori, in particolare ai giovani.

Qual è l'aspetto più importante per te durante una seduta di allenamento? Quali valori o insegnamenti desideri trasmettere ai tuoi ragazzi?
Gaccione Stefano > Per me, oltre alla gestione dell'allenamento, è fondamentale avere un concetto chiaro e ben definito. È essenziale che i giocatori diano il massimo durante le sessioni di allenamento e che si impegnino a mettere in pratica ciò che viene loro proposto.

Lionel Messi, Ronaldinho, Cristiano Ronaldo, Neymar da Silva Santos, Xavi Hernández, Andrés Iniesta, Erik Lamela, Arthur Melo, Douglas Costa, David Luiz e Marc Cucurella (con la sua folta chioma durante gli ultimi Europei) sono solo alcuni dei campioni che hanno mosso i primi passi nel futsal prima di affermarsi nei vari campionati professionistici. Da mister esperto, quanto ritieni sia fondamentale per un giovane giocatore iniziare con le basi del futsal? Quali vantaggi offre questo sport ai giovani atleti?
Gaccione Stefano > I vantaggi per un giocatore che intraprende il percorso nel futsal sono molteplici. È fondamentale iniziare a giocare a futsal, poiché questo sport consente di migliorare notevolmente la tecnica individuale, la gestione della palla e la visione di gioco. Nel futsal, è necessario prendere decisioni rapide, e questa abilità si traduce in un approccio più dinamico anche nel calcio. In sostanza, il futsal porta a una maggiore rapidità in un contesto in cui, a volte, il gioco può risultare lento.

L'ampliamento del contesto sociale in cui viviamo, che include i rapporti con i genitori e le diverse culture, insieme alla rapida evoluzione degli strumenti di comunicazione, ha reso il ruolo di un Mister e del suo Staff nei settori giovanili di fondamentale importanza per la crescita degli adolescenti, sia dentro che fuori dal rettangolo di gioco. Cosa è cambiato in questo sport da quando Stefano indossava la maglia da giocatore a oggi, quando deve farla indossare a un suo atleta?
Gaccione Stefano > Direi che tutto è cambiato. I principi che un tempo erano fondamentali non esistono più. In passato, si faceva parte di una squadra per il senso di appartenenza, per la voglia di stare insieme e di crescere come gruppo, rispettando la figura dell'educatore, che è il mister. Era come essere a scuola: si rispettava il mister così come si rispettava il professore. Oggi, con l'avvento dei social media, la società è cambiata e, di conseguenza, anche l'educazione ha assunto forme diverse. Tuttavia, continuo a impegnarmi per promuovere il rispetto reciproco tra tutti, un valore fondamentale per me.

Stefano, quale è stato il momento più emozionante che il Futsal ti ha regalato nella tua carriera?
Gaccione Stefano > I momenti più emozionanti nello sport sono senza dubbio quelli legati alla vittoria di un titolo o di una coppa, esperienze che ogni atleta sogna di vivere. Tuttavia, per me, ciò che conta di più è vedere un atleta esprimere al meglio il proprio potenziale e sentirsi soddisfatto delle proprie prestazioni, partita dopo partita. È incredibile osservare quei giocatori che, l'anno precedente, erano stati messi da parte per via di caratteristiche ritenute non idonee al gioco della squadra, e che ora si ritrovano a indossare i panni di atleti validi, indipendentemente dal contesto.
Ricordo sempre che il vero bene di una squadra è rappresentato dai suoi giocatori. Quando un atleta riesce a dare il massimo, questa diventa la mia soddisfazione più grande. Che ci sia o meno riconoscenza da parte degli altri, ciò che rimane è il legame creato e la consapevolezza di ciò che si è costruito insieme, o di ciò che si è eventualmente distrutto.

Grazie a Stefano per la sua disponibilità. In bocca al lupo per la nuova stagione e buona vita.

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Nicola Cecchinato dalla Redazione di C5 TIME vi saluta e vi dà appuntamento alla prossima uscita, con una nuova intervista per la rubrica “PRIMA PAGINA PER”.

Articolo a cura di Nicola Cecchinato – © – Riproduzione Riservata

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